Cistite e vulvodinia. Implicazioni psicologiche

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Cistite e vulvodinia.
Malattie sottodiagnosticate e ancora non sufficientemente comprese.

In questo articolo vorrei sottolineare come alcune malattie che vengono sottodiagnosticate e a volte poco comprese dai medici possano provocare delle risonanze nella psiche della donna che si trova ad essere:
– sola e non compresa
– accusata di non seguire bene le terapie prescritte e le istruzioni dei medici
– costretta a girare più professionisti per avere una diagnosi
– tacciata di essere emotivamente disturbata e/o stressata e di preoccuparsi troppo.
Mi sono decisa a scrivere perché vorrei che si potesse diffondere una cultura del rispetto per l’essere umano nella sua totalità e non come un corpo separato da una mente.
Oggi sappiamo che l’essere umano è un organismo completo e complesso e che se una parte di questo sistema complesso perde la sua armonia vi saranno delle conseguenze a catena.
Potrà risultare quindi difficile risalire alla causa portatrice di un sintomo che è l’ultimo di una catena di eventi.
Tra le mie innumerevoli pazienti ho aiutato donne e ragazze che sono arrivate colpevolizzandosi di non riuscire ad avere una vita sessuale soddisfacente per il loro partner, di sentire dolore, e addirittura vergognandosi per aver ricevuto diagnosi di micosi o vaginosi batterica come se fossero loro non adeguate nell’igiene personale.
Questa è la conseguenza di una serie di diagnosi e cure sbagliate. Spesso viene proposto un esame che consente di ispezionare il buon andamento dell’uretra. Questo esame può anche avere conseguenze negative e può mettere molta paura. In un secondo momento poi quando l’esame si rivela inutile ci si sente ancora peggio.
Quindi la paziente può giungere in terapia colpevolizzandosi perché arriva a volte a credere che parta tutto dalla sua mente.
Vorrei qui alleggerire le mie pazienti e tutte le donne che si scontrano con questa problematica chiarendo la connessione che vi può essere tra corpo e psiche eliminando ogni colpa della persona.
Infatti tali disturbi uro genitali sono la conseguenza di una sensibilizzazione delle vie nervose che diventano più sensibili per cause fisiologiche o per cause traumatiche.
Per semplificare si crea una ipersensibilizzazione al dolore che a sua volta provoca una contrattura e che a sua volta ha tutta una serie di implicazioni a catena che possono arrivare addirittura ad una difficoltà per la paziente di andare in bagno.
Tale situazione facilita la proliferazione di batteri e infezioni.
Ciò che interessa di più me in quanto Psicoterapeuta per poter aiutare le donne che mi chiedono aiuto è fornire sostegno e rassicurazione sul loro essere normali e sulla sanità della risposta di contrazione al dolore.
Qualunque dolore causa contrazione nel nostro corpo.
Per la mia formazione di Psicoterapeuta e praticamente Mindfulness so che il nostro corpo è una mappa che ci parla della nostra mente e viceversa.
Quando una mia paziente trattiene il respiro ad esempio so che sta provando un’emozione molto intensa che corrisponde a una contrattura in qualche altra parte del suo corpo.
La contrattura della muscolatura pelvica in questo caso è la conseguenza del dolore, e il dolore non è inventato dalla nostra parte emotiva, è un dolore reale molto disturbante, spesso bruciante e che rende qualcosa di bello come fare l’amore col proprio partner un vero e proprio incubo.
La non comprensione e le diagnosi sbagliate aumentano la paura, la tristezza e la rabbia e la contrazione non potrà far altro che aumentare.
Ciò avviene anche durante i cambiamenti ormonali della fase premestruale quando i sintomi si accentuano.
E’ importantissimo tenere a mente quanto vi sia una costante armonia e interazione tra corpo e mente.
Quindi certamente possono presentarsi delle difficoltà emotive ma queste non sono la causa del dolore percepito alle terminazioni nervose.
Questo è un dolore oggettivo che sta al medico diagnosticare.
Una volta stabilito questo ci sono diversi tipi di cure per questo disturbo.
Un percorso psicoterapeutico può essere indicato nel momento in cui si è state sottoposte ad uno stress prolungato durante l’iter di malattia e si sono maturate convinzioni negative su se stesse, o su un eventuale partner o sulla propria relazione qualora si viva in coppia.
Può essere ancora più importante per quelle ragazze il cui dolore si è sviluppato in seguito a rapporti traumatici, magari anche solo perché in quel momento si stavano vivendo dei dubbi sulla propria relazione, o sulla propria sessualità o sulla propria capacità di essere donne in grado di soddisfare le esigenze di un partner.
O ancora quando già da prima dell’esordire dei sintomi eclatanti si è vissuto con un senso di disagio rispetto alla propria sessualità e in particolare al proprio corpo e alla propria identità femminile.
Nella mia esperienza ho notate che le donne e le ragazze che hanno questi disturbi spesso sono donne molto sensibili e delicate oppure all’estremo opposto donne che vanno avanti come dei caterpillar e ascoltano il loro corpo solo quando le richiama a gran voce.
L’apparato uro genitale poi è pregno di significati importantissimi per la nostra vita come esseri umani e in quanto donne.
Tramite questo apparato siamo in grado di espellere ciò che non vogliamo e predisporci a ricevere quello che vogliamo. Spesso quest’organo così perfetto e allo stesso tempo così delicato si ammala in un momento in cui non ci siamo accorte che non sapevamo più bene quello che volevamo dalla vita, oppure ancora ci sembrava di averlo raggiunto che andasse tutto a meraviglia, e proprio in quel momento arriva il sintomo. A volte in terapia è emerso come in realtà queste donne in fondo pensavano di non meritarsi quella serenità e quella tranquillità e quindi il corpo si è teso e ammalato.
Oppure conducevano una vita stressante che le rende ansiose e sempre di fretta, per cui spesso il sintomo comincia con l’urgenza di urinare e la preoccupazione che questo avvenga fuori casa nei bagni pubblici con le mille cose da fare durante una giornata per cui si sviluppa sempre più ansia che a sua volta aumenta la contrattura.
Questo aumento del flusso di urine talvolta è dovuto all’inizio di una dieta in cui si è bevuto molto acqua rispetto alle proprie abitudini. Spesso non è la prima volta che si comincia una dieta perché le precedenti sono state interrotte. Questo è indice di una persona che si mette a dieta sotto sforzo, cioè con l’idea di andare bene ed essere degne d’amore o di poter piacere ad un uomo solo se si è sufficientemente magre, o pure. Proprio nel senso di purezza interna, sia fisica sia personale.
E’ possibile anche che vi sia una modalità interna di trattenere, trattenere le emozioni e i dolori, per donne che fanno fatica a fidarsi o hanno l’idea di doversela cavare da sé fin da bambine.
Contrarre è anche un modo di rafforzare confini difensivi.
Si fa fatica a lasciare andare, a filtrare, espellere quello che non serve più nella propria vita, o a fidarsi di qualcuno e quindi lasciarlo entrare veramente nel prorpio mondo.
A volte ci possono essere difficoltà a inserire le proprie dita in vagina o si considera sporco il proprio corpo e ci si lava troppo spesso nonostante si senta che fa male, ma non si può farne a meno.
Quando però dico che il corpo si tende e si ammala sottolineo che ciò non è immaginario, si ammala veramente ed esiste veramente una causa scatenante esterna come un trauma o interna come ad esempio un taglio quando ci si ferisce.
Il fatto che siamo tutt’uno mente e corpo e che esistano malattie psicosomatiche non significa che non ci si ammali per davvero. E accusare la persona di emotività non ha alcun senso e alcuna utilità.
Faccio un esempio: ad una persona viene a mancare una persona molto importante nella sua vita, quindi sviluppa una depressione, di conseguenza le difese immunitarie si abbassano, quindi nel periodo dell’influenza prende una brutta influenza con febbre e tutti i sintomi del caso. Poi magari viene il mal di gola. E’ vero che in questo caso c’è una depressione che ha contribuito indirettamente alla febbre perchè la depressione abbassa le difese immunitarie, ma la persona guarirà la febbre solamente con le medicine e non con la considerazione che è depressa.
Quindi chi soffre di cistite e vulvodinia dovrà curare l’ipersensibilità nervosa non dovuta a problemi emotivi e la contrattura pelvica che viene di conseguenza.
Il disagio emotivo preesistente o conseguente alla malattia ad esempio stress, momenti di grosso cambiamento nella vita, paura che le di perdere le cose belle e che finiscano, eventuali disagi con il proprio corpo, con la propria femminilità e con la sessualità, necessità di dare un senso ad una vita dedicata alle esigenze degli altri, senso di vergogna o colpevolizzazione di se stesse, e le implicazioni psicologiche del caso andranno risolte in Psicoterapia.
Quindi nel caso della nostra persona che soffre di depressione andrà in Psicoterapia per risolvere la depressione.
Proprio perché le donne che vanno incontro a questo disturbo sottostimato e non compreso sono così diverse tra loro non è possibile tracciare un profilo univoco.
E’ però possibile essere sicuri che sia una sfera del corpo e della vita di relazione piena di significati importanti per la persona e che spesso ci possono essere dei conflitti interiori e questo disturbo può essere un ponte per accedere a questi significati più profondi e risolvere il conflitto interiore.

Bibliografia:
Maria Puliatti, Psicosomatica del dolore pelvico cronico femminile, Società Editrice Universo 2009
Maristella Fantini, I linguaggi primitivi del corpo, Ananke 2014
Pat Odgen, Kekuni Minton, Clare Pain, Il trauma e il corpo, Istituto di Scienze Cognitive Editore 2012

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Dott.ssa Azzurra Luccio Psicologa Psicoterapeuta a Torino
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